testo di
Giampiero Palmieri |
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Il tema è quello della
religiosità popolare, con riferimento alle diverse confessioni
cristiane, in ogni parte del mondo, soprattutto in quei paesi in
cui il radicamento delle chiese è tale da permeare anche gli
ambienti laici e secolarizzati ed in quelli in cui comunque le
religioni costituiscono un deposito di senso a disposizione dei
singoli e dei gruppi sociali.
Il tema può essere
affrontato e declinato con fotografie che si soffermino su vari
aspetti come quelli indicati di seguito, con sguardo libero e
con franca partecipazione, come hanno già fatto, del resto, con
approcci anche molto diversi, vari importanti autori (si pensi
in primo luogo a Ferdinando Scianna e a Pepi Merisio).
Il sacro che sobbolle
nelle cose, nella vita quotidiana dei gruppi sociali e degli
individui, al confine, talvolta, fra rappresentazione religiosa
e raffigurazione profana.
I riti, le ricorrenze, le
feste patronali e tradizionali, le processioni, la via crucis;
dentro e fuori i luoghi di culto le espressioni collettive ed
individuali della fede. I segni del sacro, quelli che
rappresentano il dio che si è fatto uomo e che sono, appunto,
segni, cioè cose che indicano altre cose.
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Religiosità popolare:
popolare fino a farsi contaminare, talvolta, da intenti profani
quando non blasfemi, perfino da una mescolanza fra religioso e
magico. |
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La
devozione, che a contatto con la creatività tende qualche volta
addirittura a perdere il legame con le sue origini, col sacro,
cosicché le immagini, siano esse artistiche oppure no,
acquistano una loro relativa autonomia, con esiti di qualità
alta o bassa a seconda degli autori, dei momenti, dei contesti.
Crocifissi, edicole votive,
vetrate di chiese, santini, ex voto, indumenti, oggettistica
commerciale, scritte, cartellonistica: ecco le principali
emergenze iconografiche, più o meno povere, più o meno
rapportate a manifestazioni della fede e del vissuto religioso
in genere.
Le tante forme, insomma,
del rapporto fra la gente e la religione, con attenzione sia a
quelle più chiassose sia a quelle maggiormente legate
all’interiorizzazione del culto ed alla fede vissuta nell’intimo
e nella riservatezza, sia alle manifestazioni estetiche
fortemente condizionate da infiltrazioni profane sia a quelle
più rigorose, sia all’esteriorità legata all’identità ed alla
cultura dei luoghi (di una comunità, di un popolo, di un’etnia)
sia a quella ufficiale legata all’istituzione ecclesiastica.
La mescolanza del sacro e
del profano, l’uso della religione e della preghiera in
relazione a bisogni, non solo spirituali, delle persone; le
molteplici traduzioni iconografiche della vicinanza al divino.
L’arte sacra come fine
dell’osservanza del divieto biblico di riprodurre in immagini la
divinità, l’oscillare storico fra gli estremi del rigore
espressivo rinascimentale e l’attuale diffusione di
un’oggettistica naif o anche kitsch, ben oltre il folklore. |
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