Il
fotoclub Colibrì nasce nel 1963, mi sono iscritto nel 1965, ma
già fotografavo e sviluppavo le mie fotografie dal 1959 all’età
di 15 anni. Ho contribuito a realizzare la prima sede stabile
del circolo in Via Scanaroli dove abbiamo realizzato uno dei
primi, ma credo proprio il primo, audiovisivo a Modena con
diapositive e musica sincronizzata. ( Primavera di Vivaldi nel
1969 ).
Il mio
primo audiovisivo sincronizzato con musica è del 1971 ( l’ultima
corsa ) finita in modo drammatico a Imola. Ne seguiranno tanti
altri in questi 60 anni di attività. Ho partecipato per dieci
anni a diversi concorsi fotografici nazionali e internazionali
con buoni consensi, fino a quando il Colibrì ha cominciato ad
organizzare concorsi fotografici nazionali dove ero un
componente della giuria. Da lì ho capito che alcuni giudici
premiavano più il nome che la qualità. Quindi nel 1975 sono
uscito dal Colibrì e non ho più partecipato a concorsi
fotografici nazionali.
Nel
1972 ho cominciato la mia attività di Accompagnatore Turistico e
ho potuto appagare il mio sogno, viaggiare e fare reportage di
viaggio, senza mai dimenticare comunque la mia città e la mia
terra.
Nel
1973 organizzo il mio primo corso di fotografia di base presso
la biblioteca di S.Cataldo, ne seguiranno una quarantina in
diverse sedi pubbliche e private e anche 238 proiezioni
documentate di audiovisivi sincronizzati, sia in diapositive che
in digitale.
Nel
1986 presento la mia prima mostra fotografica sui “Contrasti
Sociali”; l’anno successivo, “E l’uomo creò l’aldilà”.
Seguiranno una ventina di mostre su “ Reportage di Viaggio” e ad
argomenti tematici come: “Sacralità e ritualità”, “I figli del
mondo”, ecc. L’ultima Modena anni 70 nel 2016. Alla fine degli
anni 80 inizio una collaborazione con l’Agenzia Fotografica THE
IMAGE BANK, che per anni ha distribuito il mio materiale.
Nel
2014 mi riscrivo di nuovo al Colibrì dove trovo tanta dialettica
e una grande apertura su ogni forma di espressione. L’avvento
della fotografia digitale ha poi amplificato la fantasia ed ha
abbattuto tanti muri, alcuni dei quali me li sento sulla
schiena.
Nei
miei reportage cerco di mettere in evidenza gli aspetti della
vita dell’uomo e del suo ambiente, ma anche delle sue
problematiche che sono spesso comuni con tutti i popoli di
questa terra, sempre più martoriata da guerre e ingiustizie.
Credo che con la conoscenza e la denuncia attraverso l’uso
della fotografia e dell’audiovisivo si possano migliorare delle
condizioni per abbattere le barriere socio politiche che oggi
dividono il mondo. Non mi sento quindi un fotografo creativo
perche mi basta fotografare quella realtà quotidiana che molti
non vogliono vedere…… il vedere è legato al pensare e al
sentire, ed il sentire non è una tecnica. |