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MARINA DE LUCA

SFIORANDO IL RITO

Breve viaggio tra culto, riti, credenze e cerimonie

Mercoledì 27 marzo 2019 -  h 21.00

 

 

Il rito è una necessità umana. Costituisce la trama della nostra vita, della nostra quotidianità, dei nostri rapporti e relazioni e, proprio per questo, racconta meglio di qualsiasi altra cosa la cultura in cui si vive.

Raccontare, fotografare, i riti, i culti le credenze e le cerimonie di un popolo, significa entrare in relazione con esso e comprenderne meglio la cultura. In sintesi significa entrare in contatto con l’essenza più vera del popolo stesso.

Sono sempre stata affascinata dalla ritualità cui attribuisco sia una funzione sociale che il tentativo di relazione con il mondo dell’occulto, degli dei.

Con queste fotografie voglio raccontare alcuni di questi (culti ma anche a volte cerimonie o riti) che mi hanno particolarmente colpito in giro per il mondo.

La mia passione per la fotografia nasce con l’iscrizione, come scuola superiore, all’Istituto professionale per la tecnica della grafica e della pubblicità. Infatti tra le materie di studio vi era per l’appunto la fotografia, che perciò studiai per cinque anni. Quello che imparai, al di là degli aspetti tecnici e compositivi (e che secondo me vale sia per la fotografia pubblicitaria che per qualsiasi altra forma espressiva), è che bisogna sempre avere come obiettivo quello di trasmettere in modo chiaro e corretto un messaggio. Erano gli anni ’70 e chiunque si appassionasse alla fotografia, si dotava di uno stanzino più o meno piccolo, nel quale poter sviluppare e stampare le proprie foto, naturalmente solo in b/n perché una testa colore per l’ingranditore costava troppo per uno studente. Iniziai così a sperimentare, sia durante la ripresa che in camera oscura. Naturalmente di fotoritocco non si parlava, quindi venivamo spronati a pensare bene prima di scattare (anche perché le pellicole costavano e non ci si poteva permettere di cancellare le foto sbagliate…)

L’avvento delle fotocamere digitali mi vide impegnata in tutt’altri settori (erano gli anni ’90 e facevo l’attrice professionista). Smisi perciò di fotografare per un bel pezzo, sino al 2007 quando, avendo cambiato lavoro e potendomelo finalmente permettere, iniziai a viaggiare e presi in mano la mia prima fotocamera digitale: una Nikon 40DX! Da allora non mi sono più fermata ed anche se ho abbracciato le diverse tecnologie disponibili (passando per le full frame sino ad arrivare alla mirrorless) posso dire che l’obiettivo iniziale imparato a scuola durante il corso di fotografia, ovvero quello di trasmettere in modo chiaro e corretto un messaggio, è sempre presente nella mia testa quando scatto (naturalmente non sempre riesco a raggiungerlo…). Oggi per me la fotografia è sempre più strumento di racconto e di conoscenza. Il mezzo che mi consente di approfondire culture diverse, ma anche conoscere aspetti della vita quotidiana (in particolare quella religiosa). Fotografare le ritualità di paesi diversi, mi costringe a studiarne il significato e mi dà modo perciò di entrare in una relazione più profonda con queste.

 
 
 

 

 
   
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
   
     
     
 
 

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